Sino a 30 ore di guida, anfetamine e (tanti) divorzi

Sino a 30 ore di guida, anfetamine e (tanti) divorzi

E’ questo lo spaccato, triste e sconvolgente, che scopro a cena durante il secondo giorno di Vita da camionista.

Iwona è famosissima tra gli autisti europei (specie dell’Est), quindi, mentre cucino, alcuni camionisti la riconoscono e la salutano. Io approfitto dell’occasione per chiamarli e, con la complicità della mia amica, li invito a bere qualcosa con noi. Apro la bottiglia di vino prevista per la cena (dopotutto la pausa sarà di circa 9 ore) e conquisto subito i loro sorrisi. Tra un brindisi e l’altro alla fine i “colleghi” si aprono e mi raccontano della vita ‘on the road’ che ormai sono abituati (costretti) a vivere.

Mi spiegano che compagnie di trasporto li “spediscono” come pacchi postali nelle aree di sosta europee in attesa di nuovi ordini. Vengono tutti dall’Est, esattamente dalla Polonia e l’Ucraina. I loro nomi e i loro volti, per ovvi motivi, resteranno anonimi.

Dopo un primo momento in cui ci soffermiamo solo a parlare di argomenti generici, chiedo di raccontarmi meglio la vita del camionista. E loro iniziano a dipingermi un mondo triste, oscuro, nonchè al limite dello sfruttamento e della solitudine che è quello dell’autotrasporto.

Mi confessano di aver guidato sino a 30 ore, facendo solo brevi soste e mangiando al volante. Non hanno paura del colpo di sonno loro, parlano di turni estenuanti di guida senza che il rischio di incidenti possa passargli per la testa. Alcuni hanno smesso di fare questa vita, ma in passato “o facevi così, oppure a casa“. Oggi hanno trovato lavoro in aziende più grandi dove i turni sono meno massacranti e pericolosi.

Ed il tachigrafo, come si fa ad evitare che vada in allarme e registri attività sospette?

Si elude in due modi, mi spiegano: “o si piazza una calamita vicino al cambio (come spiegavo già qui) oppure si usano più card, in modo che il tachigrafo registri le attività di più autisti invece di uno”. Avere in mano più di una card è semplice: “o si tratta del duplicato di qualche collega complice o si usa quella del datore di lavoro, oppure si fa in modo che nella stessa famiglia ci siano più autisti fittizzi, quando invece a guidare è solo uno”. Un’altro autista aggiunge: “c’è un camionista che tutti chiamano SCANIA, sai perchè?”. Ridono. Perchè ha uno Scania immagino, rispondo ingenuamente. “Non proprio. E’ chiamato così perchè guida per tantissime ore di seguito senza fermarsi e, durante i lunghi rettilinei, appoggia la testa sul volante per riposare. Così la scritta Scania sul clacson gli resta stampata in fronte”. Terribile…

Ma è vero che alcuni autisti usano droghe per restare svegli?

“Si, sappiamo che alcuni usano le anfetamine per restare svegli. Noi non lo abbiamo mai fatto, ma ne abbiamo sentito parlare”.

Per chi non lo sapesse l‘anfetamina è una sostanza di origine sintetica ad azione stimolante sul Sistema Nervoso Centrale, questa sostanza fa aumentare l’adrenalina nel corpo e riduce il senso di stanchezza e fame. In passato la usavano le truppe militari durante le due guerre mondiali, anche nello sport fu usata come sostanza dopante. Oggi è considerata una droga, quindi vietata. Può essere assunta per via orale, nasale, endovenosa oppure fumata mescolata al tabacco. I suoi effetti durano per 4-5 ore, ma l’anfetamina, alla lunga, causa dipendenza psicologica. Inoltre induce tolleranza, ciò significa che è necessario aumentare la quantità assunta per raggiungere gli effetti. Insomma, si diventa dipendenti come i drogati.

Ma come si riesce a stare per così tanto tempo lontani dalla famiglia? Com’è il rapporto con le vostre mogli/fidanzate?

“Io sono divorziato, anche lui è divorziato. Mentre lui è ancora single. Tanti nostri colleghi sono nelle nostre stesse condizioni”.

Ridono… sono entrambi sui 30 anni e già hanno un divorzio alle spalle, ma sembra che non se ne curino. Evidentemente questo lavoro ti porta ad amare la solitudine ed i rapporti con gli altri diventano solo un optional.

Poco dopo alcuni di loro si allontanano, domani si metteranno in marcia all’alba. A questo punto resta con noi solo un altro camionista. Quello che ha più esperienza di tutti, quello che è sulla strada da quando aveva 18 anni. 17 anni passati al volante e almeno 3.000.000 di km alle spalle. Figlio di camionista (come tantissimi in questo mondo, forse uno dei pochi dove ancora il mestiere si tramanda di padre in figlio) mi confessa: “ormai non riesco più a capire le altre persone, anche con mia moglie e i miei figli il rapporto è difficile. Lei grida sempre ai bambini, ma io non riesco ad intervenire e chiederle di smetterla, mi manca la forza. Quando sto a casa per il weekend non vedo l’ora di ripartire. Preferisco stare sulla strada, da solo. Questo lavoro ti logora e ti porta ad odiare gli altri, io davvero non le capisco le persone”.

Le sue parole e i suoi occhi azzurri pieni di rabbia mi scuotono, ma mantengo la calma e continuo: tu sei polacco e ti sei trasferito in Spagna 7 anni fa. Come vivi la concorrenza degli autisti dell’Est?

“Sinceramente li capisco, pure io ho fatto la loro vita in passato. Quindi non posso criticarli. E’ anche vero che qui in Spagna guadagno 2.200 euro al mese, che mi bastano a malapena. Ma se il mercato continuerà ad andare al ribasso credo che dovrò cambiare lavoro. Nei paesi dell’Est tutto costa meno, quindi per loro uno stipendio di 1.500/1.600 euro può già andare bene. Io faccio fatica con i miei 2.200 euro, considera che 10 anni fa guadagnavo anche 3.000 euro, in pochi anni ho già perso quasi il 30% dello stipendio. Si dovrebbe arrivare ad una tariffa unica europea, altrimenti è la fine”.

Ha gli occhi logorati dalla strada Igor (nome di fantasia). Classe 1979, dimostra almeno 10 anni in più. Quando mi guarda fisso avverto l’amarezza che cela dentro. Inizialmente mi chiede di non parlare del suo lavoro, ma poi, vedendomi realmente interessato a capire di più su questo mondo (e non interessato solo ad Iwona, come molti avevano pensato…), si apre. Si ferma a parlare sino a notte fonda. E’ un fiume in piena. Iwona ci lascia soli, ha capito che lui ha bisogno di parlare, forse erano anni che non parlava così a lungo con qualcuno. Lo ascolto con interesse, cerco di dargli qualche consiglio e lo lascio con un forte abbraccio, sperando questo lo aiuti a ritrovare la serenità che merita.

Sconvolto ed amareggiato da quello che ho appena ascoltato, vado a letto triste.

Inizio a capire che l’attuale sistema logistico europeo è una morsa che, sotto l’indifferenza di tutti (mi ci metto pure io), ogni giorno distrugge uomini e donne

Claudio Cangialosi

Editore e giornalista di www.sicurauto.it

7 pensieri su “Sino a 30 ore di guida, anfetamine e (tanti) divorzi

  1. Witam

    Na wstepie gratuluje Tobie postawienia wszystkiego na jedna karte i dążenia do celu z skutkiem – podziwiam takich ludzi :) , ja obecnie jezdze jako Netoper :P … zawsze mazylem o byciu kierowca tira ,ale moje drogi rozbiegly sie w chwili gdy poznalem kobiete na “poziomie” – 5 lat robilem jako mechanik w Serwisie ASO ,ale to nie to chcialem robic dalej mnie ciaglo do duzych … Obecnie robie to co uwazam ze robie najlepiej :) Robie to z checia ,ale nie czuje sie spelniony jak ty …. Chce jezdzic duzymi … ,a ty najwiekszymi :D rok mlodsza jestes odemnie a widac potecjal w tobie :) Do zobaczenia na szlaku ….. PS. jak bedziesz miala wlasna firme to mysle ze bedziesz pamietac o mnie :) … to bylby dla mnie zaszczyt pracowac u osoby juz taak slawnej jak TY nia jestes :D

  2. Ma dai smettetela con questi falsi articoli reportage…questo mestiere è duro e faticoso, lo è e lo è sempre stato ma arrivare a scrivere che c sono autisti che si drogano per restare svegli mi sembra esagerato…sta storia di quelli che poggia la testa sul volante per riposare nei rettilinei poi ha dell’assurdo….basta gettare altro fango su di una categoria già di per sé presa di mira e bistrattata…vogliamo ritornare alle origini dove era un lavoro ben pagato…semplice eliminiamo il cabotaggio e si riparte da zero ma x conto mio nei paesi occidentali oggi d giovani che abbiano voglia d mettersi al volante c’è ne sono pochi…fidatevi che se si eliminano i trasportatori dell’est e non sarebbe male….finisce il trasporto internazionale…ne ho d kilometri sulle spalle e di esperienze da raccontare, viaggio ancora e tanto e di cose ne vedo…gli autisti con gli attributi come di volta ne sono rimasti pochi e la voglia d sacrificio ancora meno….

    1. Questo è quanto mi hanno raccontato, semplice cronaca dalla strada.
      Nessuno vuole gettare fango, anzi. Questo blog ha avuto l’intento di raccontare meglio quanto complesso e faticoso è questo mestiere.
      Ciao :)

    2. Se stai parlando da padroncino, hai le tue ragioni, ma vedi che realtà simili a quelle descritte ce ne sono molte. Non le conosci bene perché nessuno te le viene a raccontare, o fai finta di non conoscerle perche ti conviene. Se tu fossi il datore di lavoro e sapessi che la violazione dei dati tecnici venisse addebitata a te e non al tuo dipendente, tu saresti il primo a comunicare al tuo dipendente di fermare il mezzo che sta guidando, perché sai che ti arriverebbero 4000 euro di verbale da pagare e non in culo all’autista tuo dipendente. Vedi come si attiva subito la sicurezza su strada. Oltretutto, sto povero Cristo di autista dipendente avrebbe pure la fortuna di potere andare a stare per un po’. con la propria famiglia. Aspetto una tua risposta. N.B. sugli autisti dell’ est ti posso dare ragione, ma se la legge venisse applicata almeno a livello europeo per tutta la categoria, nessuno avrebbe problemi. Ovvio che le trasgressioni del C. d. S. al di fuori del rispetto dei dati tecnici se li piange l’autista che li compie e, comunque ci sarebbe da parlare anche su questo, come per esempio i picchi di overvelocità che l’autista può compiere involontariamente in una condizione particolare, per cui l’autista più che stare a guardare a che velocità sta andando, preferisce guardare prima la strada, per sicurezza e poi il tachigrafo. Parlo per cognizione di causa.

  3. io ormai sono vecchio (81) ma qualcosa di vero esiste nell’articolo ……….io guidavo un bisarca e il problema maggiore in Spagna era trovare un posto ombreggiato, la cabina era piccola per permettere di trasportare anche autocarri……….molte volte andavo a dormire sui camions trasportati………..comunque negli anni ’90 in molti ristoranti routieres in Spagna potevi comperare la pastiglia………Mario Pellerey

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